IL ‘MARSALA’ CONQUISTA IL BIT DI MILANO

Il turismo enogastronomico è stato tra i protagonisti del ‘Bit Digital Edition’ a Milano e a conquistare tutti è stato il ‘Marsala’, nell’ambito delle iniziative di promozione del territorio legate a ‘The Best of Western Sicily’.

Il Marsala, del resto, ha una narrazione suggestiva e affascinante che ha segnato la storia della città, proiettandone l’economia ed il nome nel mondo. Così come appassiona il rapporto tra Marsala e gli inglesi, in un rincorrersi tra terra e mare. Nel 1773 l’inglese John Woodhouse, con il suo carico di ‘perpetuum’ – il vino dei contadini – viaggiò verso Liverpool. Nelle botti aggiunse alcol per preservare il vino lungo i trenta giorni di navigazione. Nasceva così il ‘Marsala’, poi prodotto anche dagli inglesi giunti successivamente, Hopps e Ingham. Quasi un secolo dopo, lo ‘Sbarco dei Milleè protetto da navi da guerra britanniche, evitando così l’intervento dei Borboni. Fu la famiglia inglese Gill ad ospitare nel suo stabilimento due garibaldini feriti e nella stessa serata dell’11 maggio è Giuseppe Garibaldi ad ordinare provviste e 12 bottiglie di vino inglese.

Nei primi del ‘900 sarà l’inglese Joseph Whitaker a far partire gli scavi nell’Isola di San Pantaleo portando alla luce i reperti dell’antica Mozia, primo insediamento dei Fenici che qui giunsero nell’VIII secolo a.C. Proprio a Whitaker è dedicato il Museo della Riserva naturale dove è custodito il ‘Giovinetto’. Nel 1971 nelle acque dello Stagnone, l’inglese Honor Frost portò alla luce la ‘Nave Punica’ – unico reperto al mondo di imbarcazione da guerra – oggi custodita nel Museo del Parco archeologico Lilibeo. Infine, a segnare il profondo legame tra Marsala e gli Inglesi, il Duomo che porta il nome di San Tommaso Becket, vescovo di Canterbury. Al Bit di Milano sono stati valorizzati i percorsi tra cantine storiche e bellezze naturalistiche, richiami culturali e sportivi, dieta mediterranea, tipicità e racconti leggendari.

Credits: @vinomarsala

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