ROYAL FOOD? NO SPAGHETTI PER SUA MAESTÀ LA REGINA ELISABETTA
Partiamo da quel che si sa, dove – tra storia e leggenda – si narra che la Regina Elisabetta fosse golosissima del millefoglie della Pasticceria Cavalletti tanto da farsene spedire uno all’anno direttamente al palazzo reale di Buckingham Palace. Ciò che si sa poco e che viene elegantemente spifferato dal suo ex chef Darren McGrady è che Sua Maestà – scomparsa in questi giorni a 96 anni mentre alloggiava presso il Castello di Balmoral – è che il suo dolce preferito fosse la mousse au chocolat, spesso compresa nei menu dei pranzi ufficiali.
Con l’Italia ha sempre avuto un legame gustativo molto forte. Al suo matrimonio con Filippo, ad esempio, servì agli ospiti bottiglie di Brunello di Montalcino di Biondi-Santi, mentre aveva una passione anche per il prosecco. Tendenza che nel 2021 spinse la Casa Reale a produrre nella tenuta di Sandringham il proprio prosecco, venduto a 15 sterline per 20 cl.
Nelle sue visite a Roma fu ospitata anche al Quirinale dove definì che l’agnello fosse più buono in Italia rispetto agli altri paesi. Duranti i suoi pranzi al Colle degustò ravioli di ricotta, sella di manzo chianino arrosto e funghi porcini; risotto alle erbe e agnello arrosto, sformatini di caponata e fagiolini.
Una cosa è certa: non mangiava spaghetti. Gli chef alle prese con i fornelli di Buckingam Palace preparavano con tre giorni di anticipo i diversi menù, per poi servire le pietanze nell’apposita cloche in argento.
Quattro pasti al giorno leggeri e a base di pesce e carne e verdure con esclusione di carboidrati o amidi aglio e cipolla. Per colazione cereali e frutta fresca oppure pane tostato e marmellata; unici strappi alle regole salutari erano le uova strapazzate con salmone affumicato oppure – ma questo prima di pranzo – sorseggiava un cocktail a base di vino dolce con gin e Dubonnet.
In un’intervista a ‘Marie Claire’ lo chef Darren Mc Grady rivelò che la Regina impazziva per la sogliola alla griglia e banditi i cibi crudi per motivi di sicurezza alimentare. Imperdibile l’ora del tè, un rito che accompagnava con dei piccoli panini dolci – cosiddetti scones – con burro e marmellata o con dei tramezzini con salmone, uova, senape e cetriolini. Contributi Fotografici: @cavalletti